Dal 29 novembre al 1 dicembre si è tenuto alla Piccola Casa di Torino un weekend in stile ‘cottolenghino’ con un gruppo di giovani.
In questi tre giorni abbiamo affrontato tre temi: la povertà, la piccolezza e la debolezza.
Siamo partiti dalle nostre esperienze perché per poter comprendere e vivere in pienezza queste tre tematiche c’è bisogno che si parta da un volto, un volto concreto. Il primo volto è il nostro perché se non riconosciamo noi stessi poveri, fragili e piccoli di fronte a Dio non possiamo essere d’aiuto per il prossimo: riconoscendoci un Nulla nelle mani di Dio possiamo essere Suo strumento vivo e ardente. Se riponiamo in Lui le nostre povertà esse potranno avere un colore nuovo, di luce.
Siamo tutti poveri ma riconosciamo la povertà dell’altro o la giudichiamo solo? Riconosciamo il povero come una creatura infinitamente amata dal Padre, l’immagine viva di Dio?
Se la riconosciamo, allora, nulla ci deve separare da loro, perché avvicinandoci ai poveri possiamo toccare con mano e cuore ardente il Corpo del Signore che soffre e vive in loro. E non vi è nulla di più bello che prenderci cura di Lui e far sentire l’altro interamente amato nella sua povertà.
Il weekend si intitolava proprio “l’amore è la spiegazione di tutto. Voglio che tu ci sia!”. L’amore di Dio è ciò che ci smuove e ci mette in moto. Siamo Amati per amare.
Chiara