Questa è la storia di un letto, rimasto vuoto apparentemente troppo a lungo, e di un viaggiatore solitario partito da un’altra Casa Cottolengo, più lontana. Il nostro viaggiatore, che chiameremo Armando, un anziano artista ancora autonomo, non rientra in struttura dopo uno dei suoi usuali viaggi in città. Armando prende un treno dopo l’altro, e si ritrova in diverse località per poi arrivare a Rivoli. È solo, probabilmente disorientato. Non ha mangiato e non si lava da qualche giorno. Lo ritrova la polizia che finalmente, tramite i suoi documenti, riesce a risalire al nome e alla provenienza del nostro amico. E Il letto? Aspetta vuoto in una camera doppia in fondo al corridoio, da quando la settimana prima è mancata l’ultima occupante. E con le liste d’attesa delle RSA cittadine, una settimana è un tempo inusualmente lungo. Ed ecco la Provvidenza organizzare l’incontro. Con un rapido giro di telefonate tra la polizia, la Casa Cottolengo di provenienza e la Casa Madre di Torino, ci accorgiamo che quel letto vuoto aspettava proprio lui! Per una notte e un giorno, in attesa che vengano a riprenderlo, Armando rimane con noi.

Si fa preparare un pasto caldo in cucina perché ormai la cena è già finita, si apparecchia la tavola e si sposta la vicina di letto in un’altra stanza donne. Staranno in tre per una notte, come in un pigiama party d’infanzia.

Armando arriva accompagnato a braccetto da una Sorella che lo attendeva in portineria e tre giovani poliziotti gentili; in reparto la Direzione e il personale sono pronti per l’arrivo. Lui mangia, chiede quanto deve pagare e proviamo a spiegargli che è tutto gratis, la Provvidenza ha già pagato per tutto. Lo accompagnano a fare la prima doccia da giorni.

È sera tardi, quando il lavoro dovrebbe essere finito per tutti, ma nessuna delle donne che lo aiuta pensa a lamentarsi. Sono tutte coinvolte da questa avventura, dalla certezza che il Cottolengo non poteva abbandonare uno dei suoi figli e ha guidato il suo vagabondare fino a Casa.