Il 10 gennaio 2025 siamo stati investiti da una esperienza di vita inimmaginabile, poche parole mi hanno raggelata: «Anna ha avuto una emorragia cerebrale causata da una malformazione congenita»! Da quel momento il vuoto, il nulla, nessun sentimento, nessuna emozione, tanti paroloni che sembravano inverosimili. La prima notte mio marito Matteo ha pianto tantissimo, per me è stato diverso: non riuscivo ad esternare, mi sembrava di vivere la vita di qualcun’altro, solo pochi momenti di sconforto totale ma poi il freddo dentro di me. Ho sentito il bisogno di stringere il cofanetto con l’immagine di San Giuseppe Benedetto Cottolengo e all’interno le corone del Cottolengo e della Beata suor Maria Carola, l’ho tenute stretto nella mia mano ogni giorno senza mai lasciarlo. Abbiamo passato diciotto giorni di alti e bassi, una giostra di emozioni, momenti di speranza alternati da momenti di avvilimento totale, ma dentro di me sentivo un senso di tranquillità, serenità! La mia e nostra fortuna, la nostra forza è stato l’appoggio della nostra famiglia, dei nostri amici, della nostra comunità di San Zeno di Montagna, della mia piccola grande famiglia di Pescantina, con amiche colleghe, bambini, genitori, delle tante suore, quelle più vicine e quelle più lontane, e preti che ogni giorno pregavano per Anna, che ogni giorno sapevano aiutarmi e sostenermi con una parola, un gesto, un messaggio. Nel momento peggiore della mia vita ho sentito l’amore più grande, nonostante la sofferenza, la preghiera e la vicinanza di persone speciali hanno reso tutto sopportabile!
È difficile da spiegare, in più momenti, stringendo il cofanetto ho potuto percepire la presenza, un brivido, una forza che mi accompagnava passo dopo passo. In questi diciotto giorni di incubo abbiamo avuto la fortuna di sperimentare il miracolo, il miracolo di trovarsi nel posto giusto al momento giusto, il miracolo di incontrare i medici giusti, ma soprattutto il miracolo di avere vicino le persone giuste, di poter sentire con la fede una forza che non sapevo potesse esistere. La vita sa essere ricca di ansie e tribolazioni, ma altrettanto di speranza, gioia e gratitudine. Una persona speciale, nei primi giorni, mi ha fatto riflettere sul senso di pace che provavo, dicendomi che era già quello un dono di Dio e da quel momento in poi sono riuscita a camminare nonostante tutto, sempre appoggiata dalla forza di Matteo.
Una frase, scritta da un’amica, mi risuonava ogni giorno nella mente “le prove prima o poi finiscono e torna il sole, di questo stai sicura!” Il nostro sole è tornato, Anna sta bene e di questa esperienza abbiamo la fortuna di poter portare con noi tutte le persone che ci hanno sostenuto, tutte le parole dette, la forza della fede e i sentimenti positivi provati nonostante tutto. Anche quando la strada sembrava incerta non eravamo soli e questo ha permesso che, nella nostra sofferenza, ci fosse sempre una luce che ci guidava e sosteneva.
Per ricordare quella “luce” voglio condividere qualche messaggio che mi ha raggiunto in quei momenti:
“prego perché questa giornata sia tutta in discesa: libera, slalom, a spazzaneve, con il sedere per terra…che possiate rivedere i suoi occhi belli e che sentiate le prime parole imparate della sua vita, mamma e papà”;
“ti sembreranno giorni infiniti…fatti solo di attese, ansie e paure…ma in realtà ogni giorno è un piccolo passo in avanti! Cerca di pensare sempre a questo, rimani positiva e fai in modo che la forza e il coraggio prevarichino sempre sullo smarrimento e l’incertezza!”; “mi manchi tanto maestra Alessia, ti mando uno bacino magico per la tua bambina”; “ciao Ale, mi manca tanto la Anna, spero possa riprendersi al massimo anche se ci vuole tempo, non importa perché io comunque sarò qui ad aspettare la mia campionessa! So che ce la farà…se le parli dille che mi manca e che deve sbrigarsi a riprendersi! Un bacione a te e al Mate”;
“vedrai che tutto si risolverà in bene; lo sento dentro il mio cuore dove continuamente sentivo il beneplacito di Dio e soprattutto della Madonna. È una sensazione interiore che ho sentito subito dopo la prima notizia datami… ho promesso ad Anna che l’avrei ricordata al Signore e alla Madonna fino al suo rientro a casa col suo inimitabile sorriso e…ritornerà!”; “per esser boni de ridar bisogna saer frignar: per essere capaci di ridere, bisogna essere capaci di piangere! Bisogna affrontare i momenti di crisi con la fiducia in noi, e nel caso, con quella dei medici, con quella importante di Dio e di tutte le persone che ci vogliono veramente bene…”; “speriamo e preghiamo con una catena di preghiere che arriva fino in India…”;
“ciao Alessia anche in Madagascar pregano per Anna”; “…da oggi prega per Anna anche il rettore della Madonna della Corona”; “…abbiamo cominciato a pregare insieme la Madonna della Cintura”; “cuore di Gesù tu sai, cuore di Gesù tu puoi, cuore di Gesù tu vedi, cuore di Gesù provvedi, cuore di Gesù pensaci tu. Gesù confido e spero in te. Gesù mi affido a te. Mi sento sicura in te; mi abbandono a te. Grazie Gesù”; “vi sono vicino…lo sono a te, a Matteo e Samuele. Per una mamma e un papà non c’è dolore più grande che vedere soffrire una figlia! Piango con voi senza vergogna e con fede!”
Perle preziose, una catena di preghiere e gesti che ci hanno sostenuto nella sofferenza formando una rete di amore!
GRAZIE alla nostra famiglia, GRAZIE ai nostri amici, GRAZIE a tutte le persone che hanno pregato intensamente, ognuna a suo modo, GRAZIE ai medici, GRAZIE a tutti quelli che ci hanno aiutato nella routine quotidiana, in particolare GRAZIE alla famiglia della Piccola Casa Della Divina Provvidenza di cui mi sono sentita parte più che mai in questa parentesi della nostra vita!
Deo gratias!