La Serva di Dio, Suor Maria Carola, è Venerabile
Il 23 novembre 2020 Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il Decreto riguardante le virtù eroiche della Serva di Dio suor Maria Carola Cecchin (al secolo Fiorina), religiosa professa della Congregazione delle suore di San Giuseppe Benedetto Cottolengo.
Madre Elda Pezzuto, Superiora Generale della Congregazione Suore di San Giuseppe B. Cottolengo, nell’esprimere la propria gioiae quella di tutte le Sorelle della Congregazione e della Piccola Casa della Divina Provvidenzadi cui la Congregazione è parte integrante, ringrazia il Santo Padre per questo dono che ravviva ancora di più la consapevolezza che “la chiamata alla vita consacrata cottolenghina è veramente cammino certo di santità un secolo fa come ora:essere donna nella Chiesa e donare tutta se stessa nel vivere e testimoniare l’Amore di Dio per ogni uomo e donna edessere ovunque evangelizzatrici credibili».
Suor Maria Carola fece parte di quel drappello di Suore cottolenghine partite per andare in aiuto ai padri della Consolata in terra d’Africa.
In lei è sempre stato forte il desiderio della missione.
Dopo i primi anni di professione trascorsi alla Piccola Casa di Torino in cui mostrò, da subito, il suo desiderio di amare il Signore, donandosi totalmente a tutti con generosità, tenerezza, con cuore di “sorella e madre”, di “fedele serva dei poveri, così scriveva a Padre Ferrero, successore del Cottolengo, esprimendo il suo desiderio di partire per la missione: “Il pensiero che potrò in qualche modo concorrere a far dilatare il Regno di Gesù mi riempie di riconoscenza verso di Lei e verso il Signore, io offro fin da questo momento tutta la vita mia”.
Anche in terra africana visse le sue giornate costantemente tesa ad amare il Signore e i fratelli, dicendo, più coi fatti che con la parola: “Darò a tutti le mie forze finché avrò vita e poi morirò contenta!“Sono tutte anime, sono nostre le anime di tutto il mondo,…”.
Per parlare del suo zelo, occorrerebbero volumi… Verso le persone a lei affidate, sentiva di essere non superiora, ma mamma… “Quanto lavorò! Non vi fu capanna, anche lontana che non sia stata visitata, e più volte, da lei; ma il suo prezioso compito fu il nucleo delle catecumene; quanta pazienza nell’impartire i principi della fede, nell’abituarle alla vita cristiana. E una volta cristiane era tutta di loro, giorno e notte, pronta sempre a confortarle, a far da madre ai loro bambini…”. Le visite ai villaggi, la cura ai malati occupavano le giornate… E questo con la pioggia e il sole, sempre a piedi, a contatto con gli indigeni, cercando di parlare la loro lingua. Malattie, fame, difficoltà nella corrispondenza, trasferimenti… tutto avrebbe potuto mettere a dura prova la fede, spegnere il fuoco della carità, invece nulla la ferma. La fede granitica, la carità sempre più appassionata e la certezza che “’nabônamort a pagràtut”, le dà forza e coraggio.
L’occupazione a cui Suor M. Carola attendeva con amore erano i catechismi in Missione e a domicilio. Quale conforto provava e come si sentiva animata a nuovi sacrifici, nel poter dire: “Eccoti, Gesù, sono Tue queste anime, regna in esse sovrano!”. E in quei villaggi, dove la chiesa era ancora vuota come sentiva l’altezza della sua vocazione, il dovere di pregare il Padrone della vigna, ed il desiderio che il seme gettato germogliasse e giungesse presto a maturità! Era più che persuasa che soltanto dal lavoro della grazia dipende la conversione delle anime. “Noi lavoriamo – diceva – ci affatichiamo Gesù muove i cuori, Gesù illumina le menti; Gesù è il gran Ladro d’amore; Egli solo sa rubare, e rubare, e rubar bene…”.
Di suor Maria Carola possiamo veramente dire che ella ha saputo raggiungere un livello di santità dal volto esigente, ma affascinante, vivendo quella misura alta della santità di cui ci ha parlato l’indimenticabile Papa San Giovanni Paolo II, la santità del quotidiano, che è poi la scelta di ogni Cottolenghina.
E di tutte le consorelle cottolenghine che con lei vissero l’avventura missionaria, possiamo dire che, senza saperlo, anticiparono di molti anni quello che la Chiesa oggi, con insistenza, chiede agli Istituti religiosi e precisamente la collaborazione, la compartecipazione delle opere, degli sforzi, la comunione degli intenti e dei progetti.
Si, le nostre Sorelle in Africa seppero mettere a disposizione le loro forze di mente e di cuore, il loro “genio femminile”, collaborando con i Padri missionari di un’altra Congregazione.
Il 19 dicembre 2020, presso la Chiesa della Piccola Casa di Torino, Mons. Cesare Nosiglia, Vescovo della Diocesi torinese, celebrerà una Santa Messa di ringraziamento.
«É desiderio di tutta la Piccola Casa», sottolinea ancora la Superiora generale della Congregazione delle suore del Cottolengo, «che questa Messa di ringraziamento sia celebrata e vissuta insieme alla Diocesi di Torino grazie alla quale il processo di canonizzazione ha avuto inizio». E insieme alla Chiesa universale innalziamo il nostro canto di lode…il cottolenghino Deo Gratias!