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Io sono una missione

“Io sono una missione” è questo il tema trattato da Padre Marcello Finazzi (Passionista) tenuto alla Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino sabato 14 settembre, in occasione del 22° incontro nazionale dei Laici Aggregati alla Congregazione delle Suore di S.G.B.Cottolengo.

Sono stati giorni di formazione e di grande intensità che sono culminati domenica 15 settembre nella celebrazione eucaristica nella Chiesa Grande durante la quale hanno emesso o rinnovato le loro promesse alcuni appartenenti all’Associazione.

Riportiamo una testimonianza di chi ha partecipato all’incontro con Padre Marcello.
Dove tu mi vuoi… L’incontro con padre Marcello è stato davvero illuminante. È riuscito a creare quel ponte, che spesso manca anche a noi che ci professiamo cattolici, tra il concetto di Missione e la nostra vita quotidiana.
Perchè un Dio che potrebbe agire da solo coinvolge noi? Lui, nella sua infinita misericordia, nel suo darsi totalmente a me, per me, sceglie di non agire da solo e di coinvolgermi nel Suo progetto.
La Missione viene intesa non come un impegno moralistico, ma come un sentire dentro, una fiducia piena, un abbandono che i cristiani affrontano con coraggio, un coraggio carico di realismo e di gioia che non significa non ammettere che talvolta umanamente si fa fatica, ma mettersi comunque in cammino, mettersi nelle Sue mani e leggere gli avvenimenti alla luce di un disegno d’Amore che Dio ha accuratamente preparato per ciascuno di noi. Padre Marcello ci ricorda che siamo una Missione su questa terra, marchiati a fuoco da tale Missione che non può rappresentare solo una parte della nostra vita, ma deve coincidere con il nostro stesso essere e che ci porta alla consapevolezza che l’incontro con Dio è un incontro d’Amore, è un incontro che porta alla sequela e ci rende fiumi d’acqua viva, sorgente per l’altro. Ciò che scaturisce da questo incontro è un ancor più forte desiderio di illuminare, benedire, vivificare, sollevare, alleviare, liberare e guarire.
Il missionario è colui che ha conosciuto l’Amore di Dio, è colui che ha sperimentato con tutta la sua umanità l’esperienza di essere amato realmente e gratuitamente. Proprio in virtù di ciò testimonierà con tutta la sua vita la bellezza della sequela e la gioia di lasciare tutto per andare verso la porta stretta, con la certezza che una volta attraversata questa porta troverà come immensa ricompensa il grande mare dell’Amore di Dio. La sclerocardia in cui siamo immersi nella nostra vita quotidiana, conclude Padre Marcello, ci porta a mettere noi stessi al primo posto, a cercare personali riconoscimenti, a difendere il nostro punto di vista, a rimanere ancorati ai nostri schemi, senza sentirci più popolo. Così facendo ci allontaniamo sempre di più da una carità concreta e generosa.
Apriamo il cuore perchè accada l’esperienza dell’abbraccio rigenerante, un abbraccio che trasforma le nostre profonde ferite in feritoie all’interno delle quali Gesù Cristo può entrare e alleviare il dolore.
Per essere Missione, lasciamo quindi che Dio ci contempli, cambiamo sguardo, non ci accontentiamo, attingiamo dal Suo Amore, cerchiamo di avere uno sguardo di fede sulla realtà che viviamo, lasciamo che il nostro caos sia “abitato” dal Mistero e sarà il Mistero stesso a darci le risposte.
Deo Gratias
Francesca Cirese
Possano davvero queste giornate essere state un punto di partenza o una continuazione del cammino alla scoperta del nostro ESSERE missione ogni giorno!

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